E’ uno dei più interessanti e tipici vini di lusso italiani.
Si fa generalmente risalire il suo nome al tedesco Wermuth, cioè “assenzio” (Arthemisia absinthium). Le vecchie grafie del nome stesso erano Vermouth, Wermouth o Wermuth. Si vuole che un vino di questo tipo fosse già preparato nell’antichità dai Romani, sotto il nome di Absinthiatum (o Absinthianum) vinum. Il primo autore italiano che parli di questo vino è C. Villifranchi nella sua Oenologia toscana (1773). Si deve però la sua fama ad Antonio Benedetto Carpano, il primo che riuscì a replicare la ricetta con le stesse caratteristiche e gusto nella sua bottega torinese dal 1786.
Il Regolamento UE n° 251/2014 stabilisce le regole sulla definizione, la designazione, la presentazione l'etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati Scopri di più
Nel regolamento viene data la definizione di Vermouth (o Vermout) come “vino aromatizzato preparato con vini (….omissis), la cui aromatizzazione caratteristica è ottenuta mediante l’impiego di sostanze appropriate, estratte in particolare dalle specie di artemisia, che devono essere sempre utilizzate; per l’edulcorazione di tale bevanda possono essere impiegati solamente lo zucchero bruciato, il saccarosio, il mosto di uve, il mosto di uve concentrato rettificato e il mosto di uve concentrato”
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LA COMPOSIZIONE
Un vermouth per definirsi tale deve quindi essere composto da almeno il 75% di vino, la gradazione alcolica minima deve essere pari o superiore a 14,5% vol. e non superiore a 22% vol. e deve contenere artemisie, che costituiscono l’elemento caratterizzante.